lunedì 3 ottobre 2011

Perchè leggere "Amare Diversamente"?

 
 
Salve a tutti,
sono l'autore del saggio "Amare Diversamente", e oggi su questa pagina del mio blog voglio dirvi perché ho pensato di proporre questo mio scritto.
Parlo di omosessualità, di pregiudizi, di omofobia. Parlo soprattutto di paura; paura di non essere accettati, di essere "diversi" (nel libro parlo di brutti anatroccoli che non riescono a vedere il loro potenziale di cigni e vivono ammirando una realtà di anatre).
La paura ci fa scappare, ci fa nascondere, e ci rende soli.
Nasciamo soli, e pur vivendo in una società globalizzata, senza frontiere, e che ci mette in relazione con tante persone anche attraverso mezzi tecnologici (telefoni, internet), ancora ci sentiamo soli.
Ogni uno di noi è un pezzo unico in questo mondo, con i suoi pensieri, le sue paure, i suoi desideri, le sue speranze e le sue ambizioni. Possiamo dire che ogni uomo vive una “propria” solitudine, come un qualcosa di personale. Una condizione umana che riguarda l’Io del singolo e che varia da persona a persona. Questa unicità nel vivere la solitudine in maniera così intima e personale, che non ha alcuna fonte originaria interiore all’individuo ma si manifesta in maniera differente e si radica nella psiche di tutti gli uomini, ci accompagna per tutta la vita. Per alcune persone, come nel caso di giovani (ragazzi e ragazze) che vivono il desiderio (intimo) di volersi realizzare nel loro essere omosessuali, questo senso di solitudine diventa la strada di una ricerca interiore.
Il termine solitudine, etimologicamente, ci rimanda alla parola “separare”. Una parola composta da “se”, che sta a indicarci il dividere; e “parare”, che indica il parto (in senso di partorire, dare alla luce, mostrare al mondo). Il termine solitudine, in questo senso rimanda alla separazione del nascituro dalla madre con la conseguente perdita di uno stato particolare.
Quanto ricavato da questa indagine etimologica, possiamo arrivare ad affermare che la parola solitudine rievoca all’uomo questa perditasignificativa” che ha vissuto con il parto.  
Volendo fare una, breve e generica, analisi psicoanalitica, il senso di solitudine si realizza come una condizione di un vivere caotico, che provoca dolore, e che condanna chi vuole nascondere la propria sessualità per vergogna, per paura, perché è più facile mentire, ad una esistenza di sofferenze e di dolore. Il dolore è, in psicoanalisi, dovuto alla perdita, alla separazione da chi ci ha generati. Quindi parliamo simbolicamente di un parto che divide il giovane (gay o lesbica) dall’utero materno, luogo di sicurezza e protezione per eccellenza.
La solitudine, sicuramente offre all’uomo illimitate opportunità per maturare e divenire un soggetto autonomo. Ma essa è spesso un rifugio di significati negativi. È una condizione spiacevole, a volte paurosa, che da opportunità per crescere si trasforma molto facilmente in un nemico dal quale fuggire a qualsiasi costo.
Esistono forme di solitudine che sono volute e ricercate da alcuni individui. In tal caso la solitudine è una scelta, o anche una fuga dalle situazioni che non si riescono a gestire.
Il saggio "Amare Diversamente", evidenzia quanto il senso di solitudine rende l’uomo infelice, perchè il suo essere (il poter dire Io esisto, ci sono anch'Io) viene inevitabilmente begato da questa "fuga dal mondo", perchè vogliamo essere accettati, non per ciò che siamo, ma perchè siamo "come gli altri", "uguali agli altri".
Dobbiamo apprezzare negli altri ciò che gli differenzia da noi, e non ciò che ci accomuna. Solo apprezzando le differenze possiamo arricchirci dell'altro, e quindi essere meno soli in questo mondo di singoli.
Grazie a tutti per questa lettura.
Vi ricordo che per saperne di più sull'argomento, potete collegarvi al sito http://www.amarediversamente.com/ e leggere l'ebook.

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